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Lo Yoga e...Yamuna

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3 Anni 9 Mesi fa #58979 da KitCarson1971
Risposta da KitCarson1971 al topic Lo Yoga e...Yamuna

Nyma ha scritto: Secondo me non è una questione di distruzione del proprio io, ma di una presa di consapevolezza di se stessi e di tutto ciò che ci circonda. Ricordo di aver letto che per fare yoga basta anche semplicemente ascoltare il proprio respiro. Può sembrare una banalità un po' sciocca, ma normalmente respiriamo in modo automatico senza dare troppa importanza a questa azione d'importanza vitale. Ascoltare il proprio respiro è un primo passo verso la consapevolezza.


@ Nyma, ne convengo: perdersi nel proprio respiro, ascoltando solo il battito del proprio cuore, è la base della meditazione, del rilassamento, portano a minime - medie consapevolezze, anche su eventi futuri, quasi sempre a carattere personale

Gli stadi della pratica yogica fanno parte di un lungo cammino, pochi sono gli yogin che l'hanno compiuto nella sua interezza, e questi non sono mai occidentali. Ci si può accontentare di molto meno, magari, appunto, anche alla "semplice" meditazione, che poi è il risultato di un rinnovato interesse per raggiungere stati mentali in cui la coscienza può espandersi verso nuove dimensioni. Il vero cammino della pratica Yoga porta, per gradi, al distacco totale dalla materia e il pieno dominio di essa, assume imponenti facoltà di carattere particolare ed eccezionale come quello di arrestare quasi totalmente i battiti del cuore, arrestare o accelerare il processo della digestione; trattenere il respiro per un periodo che sarebbe letale per chiunque (devo dire che la mia cadenza di respiro in stato meditativo, risulta di due al minuto, lo dico senza enfasi, sia ben chiaro non c'è motivo alcuno di vanto, è solo un constatare il rilassamento e gli effetti meditativi), ecc ecc.

Per noi occidentali, neofiti nei confronti di questa antica disciplina orientale, certe discipline yogiche non verranno mai praticate, tuttalpiù potremo considerare i primi meno impegnativi gradini, da par loro già interessanti e utili. Non è sufficiente poi essere maestri di Yoga, (l'amica Yamuna mi perdonerà...) specie se l'insegnamento si limita ai primissimi stadi, come avviene perlopiù in Occidente, per definirsi yogin. Lo (raro) yogin è un individuo che ha toccato veramente le vette estreme di quelle possibilità umane che tendono al contatto con forme d'energia trascendente, che può proiettare l'uomo, verso orizzonti di grande conoscenza e al raggiungimento di un perfetto dominio della propria struttura umana, fisica e psichica e dei rapporti misteriosi che lo legano, compenetrandolo, alle sconosciute leggi fondamentali dell'Universo.
Un saluto
  • Guglielmo da Baskerville
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3 Anni 9 Mesi fa #58981 da Guglielmo da Baskerville
Risposta da Guglielmo da Baskerville al topic Lo Yoga e...Yamuna
Guarda caso proprio stanotte mi sono imbattuto in questo video che affronta ad un certo punto la questione dei confini del sé, cui faceva riferimento Emiliano.
Quest'uomo afferma che in realtà la percezione dei confini del sé è in qualche modo artificiale perché noi siamo parte di un tutto. Allo stesso tempo quel tutto che ci circonda non è solo qualcosa di esterno a noi ma è noi stessi, cioè noi siamo quel tutto.
Pensandola in questi termini non è che la propria persona venga ad annullarsi. Potremmo leggerla così, ma potremmo anche pensare che la nostra persona si amplifichi, si allarghi fino ad abbracciare l'intero universo. Noi siamo l'universo, quindi siamo addirittura di più di ciò che pensavamo d'essere.
Per tranquillizzare Emiliano potremmo dire così: comprendendo che quei confini della nostra persona sono in qualche modo artificiali, se li concepisci in maniera più sfumata, ti perdi oppure ti ritrovi? Ti riduci oppure ti allarghi?

Per ascoltare il punto di cui stiamo parlando, andate al minuto 7:19

C'è sempre una spiegazione... basta sapere dove cercarla.
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3 Anni 9 Mesi fa #58983 da ParanormalStudio Emiliano
Risposta da ParanormalStudio Emiliano al topic Lo Yoga e...Yamuna
Vero, il senso di quello che ho letto era proprio questo: l'allargare il proprio io perché dentro di noi c'è parte di quel tutto al quale dovremmo ricongiungerci.

Ciò non toglie che "allargandoci" venga meno la nostra personalità che è definita nei nostri limiti "concreti". Magari saremmo sempre noi, ma anche no.

Personalmente penso che la mia personalità identificata dai miei limiti dell'io concreto non sia oggetto di alcuna trattativa spirituale.

Paranormal Studio è un progetto Hunters 12 in collaborazione dal 2015 con Paranormale.com.

Il nostro sito:www.hunters12.com/paranormal
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3 Anni 9 Mesi fa #58985 da Guglielmo da Baskerville
Risposta da Guglielmo da Baskerville al topic Lo Yoga e...Yamuna
Potresti avere ragione, e la discussione su questo punto potrebbe essere più interessante di quanto si immagini.
Ogni religione o filosofia fornisce all'uomo una "via di fuga" o di salvezza dall'inesorabilità della morte e della sofferenza.

Il Cristianesimo o l'Islam, per esempio, consolano l'uomo prospettandogli una vita eterna dopo la morte, una vita in cui non ci saranno più sofferenze e tutto sarà perfetto come avrebbe dovuto essere.
Le filosofie orientali propongono una scappatoia un po' più raffinata, non ti offrono il paradiso sulla nuvoletta e un mondo incorruttibile, che potrebbe sembrare un po' troppo una fantasia.
E allora la soluzione è: tu non sei soltanto tu. Tu sei il cielo, il mare, le stelle. E questi sono te. Siete la stessa cosa, ma in forme e declinazioni diverse. Quindi quando morirai tornerai a far parte di tutto ciò che già sei adesso, anche se non ne sei ben consapevole. Non sarai morto, ti sarai solo trasformato.

Alla fine è una scappatoia anche questa? E' soltanto un altro modo per rendersi meno temibile una realtà ineluttabile?
Come dice Emiliano, forse non mi consolerebbe molto l'idea di fare parte di una stella dopo la mia dipartita da questa terra. Sarò pure una stella, ma se non penso più come uomo, come individuo, con la mia storia e tutto il resto, che me ne faccio d'essere diventato una stella? :confused:

C'è sempre una spiegazione... basta sapere dove cercarla.
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3 Anni 9 Mesi fa - 3 Anni 9 Mesi fa #58986 da Nyma
Risposta da Nyma al topic Lo Yoga e...Yamuna

valle ha scritto: Alla fine è una scappatoia anche questa? E' soltanto un altro modo per rendersi meno temibile una realtà ineluttabile?
Come dice Emiliano, forse non mi consolerebbe molto l'idea di fare parte di una stella dopo la mia dipartita da questa terra. Sarò pure una stella, ma se non penso più come uomo, come individuo, con la mia storia e tutto il resto, che me ne faccio d'essere diventato una stella? :confused:


Sarà anche una scappatoia, ma la trovo molto più credibile (soprattutto a livello scientifico) rispetto al paradiso sulla nuvoletta.
In fin dei conti è vero che noi siamo tutto. In cosmologia prevale la teoria che l'universo fosse originariamente un puntino densissimo e che dentro quel puntino ci fossimo anche noi sotto altra forma. Poi lo spazio si è espanso scagliando ovunque la materia. E sempre secondo la cosmologia il centro dell'universo è ovunque: in un albero, in un sasso, in ogni persona, quindi ampliando la nostra coscienza ampliamo i nostri sensi nell'universo e quindi i nostri confini.

Comprendo bene che l'idea di continuare a far parte dell'universo mentre la nostra personalità svanisce non è di grande consolazione. Anzi, è una riflessione che condivido. Però questa filosofia si lega benissimo alla scienza e penso sia comunque meglio trasformarsi in qualcosa, che è pur sempre senza pensiero, ma che non è il nulla assoluto. Voglio dire, almeno non si parla della leggenda del paradiso su una nuvoletta, ma si fa riferimento a qualcosa di concreto.
Infine, questa consapevolezza ci accomuna ad animali e cose (perché tutti andiamo incontro allo stesso destino), e ci dovrebbe insegnare a rispettare o approcciare ogni forma di vita e non con una certa armonia.

Eadem mutata resurgo
Dio è un cerchio il cui centro è ovunque e la cui circonferenza è da nessuna parte.
Ultima Modifica 3 Anni 9 Mesi fa da Nyma.
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3 Anni 9 Mesi fa #58987 da Guglielmo da Baskerville
Risposta da Guglielmo da Baskerville al topic Lo Yoga e...Yamuna
Sì, Nyma, concordo con il fatto che tale visione sia più realistica scientificamente parlando ed anche razionalmente.
Ciò in cui non mi sento consolato è sempre l'aspetto dell'identità. E' la stessa argomentazione che ho portato nelle discussioni sulla reincarnazione. Ognuno di noi potrebbe essere qualunque altra persona o animale, ma che cosa ci rende ciò che siamo? La nostra identità, e la nostra identità è fatta in gran parte dalla nostra storia e dai nostri ricordi.
Se tu domani ti svegliassi con la memoria azzerata, cervello formattato e non riconoscessi nessuno dei tuoi famigliari e casa tua, saresti sempre te stessa? A livello biologico sì, ma se la memoria non tornasse più, Nyma si sarebbe dissolta con essa pur essendo biologicamente viva. A quel punto la differenza tra essere morti oppure vivi senza memoria di sè sarebbe irrilevante. Non soltanto per te, ma anche per le persone che ti amano perché non troverebbero più traccia di te nella tua persona.

C'è sempre una spiegazione... basta sapere dove cercarla.