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Perché esistere dovrebbe essere meglio di non esistere?

  • Guglielmo da Baskerville
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3 Anni 10 Mesi fa #58594 da Guglielmo da Baskerville
Risposta da Guglielmo da Baskerville al topic Perché esistere dovrebbe essere meglio di non esistere?
Ciao Aleph,

in realtà secondo me la tua è una bella risposta. Sia l'idea dell'esistenza come energia in movimento, sia l'impossibilità di non esistere perché in qualche modo tutto esiste nelle sue particelle più elementari, che siano organizzate in un modo piuttosto che in un altro. E forse, chissà, la discriminante della coscienza potrebbe essere quella giusta.
Però potrei meglio riformulare la mia domanda come "complessità" vs stato elementare della materia.
Che cosa spinge gli atomi degli elementi basilari ad organizzarsi in forme via via più complesse, a partire da molecole inanimate ed inerti a amminoacidi, proteine, DNA, cellule e così via?
Che cosa impone un'evoluzione verso la complessità?
Si potrebbe avere un'involuzione verso la disgregazione delle cose.

C'è sempre una spiegazione... basta sapere dove cercarla.
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3 Anni 10 Mesi fa #58596 da Aleph
Vado sempre di getto...
Da una parte, senza cadere nel relativismo spinto, penso che anche la complessità un poco c'entri con l'occhio di chi osserva. Ma, anche oggettivamente, credo che gli elementi siano spinti ad aggregarsi e a complessificarsi in ragione dell'energia "vitale" che li porta ad organizzarsi in tal senso, non so se in ragione di una sorta di "ordine" cosmico...
Allo stesso modo, la disgregazione accade in ragione della tendenza opposta, che in senso sovraordinato potrebbe far parte comunque della stessa "logica" ("nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma"...). Insomma, fa tutto parte del gioco.

Dopo tutto, non ricordo chi disse (dimentico sempre chi dice cosa) che la semplicità è "l'ultima sofisticazione", ovvero una complessità risolta :)

"La realtà esiste nella mente umana e non altrove".
- George Orwell
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3 Anni 10 Mesi fa #58597 da KitCarson1971

Aleph ha scritto: Vado sempre di getto...
credo che gli elementi siano spinti ad aggregarsi e a complessificarsi in ragione dell'energia "vitale" che li porta ad organizzarsi in tal senso, non so se in ragione di una sorta di "ordine" cosmico...
:)



Ciao Aleph. Senza spaziare nella (nelle) fede, ma nella logica, non si farebbe prima a riformattare... un Creatore che magari potrebbe anche non essere il Dio universalmente osannato? (questo io lo inquadro un tantino più grande...). Qualcosa dell'infinitamente piccolo, citato dal Dr. Valle, si conosce, ma esistono particelle ancora più piccole, definite dagli scienziati come una miriade di Gluoni che sorreggono il fantomatico Quark (tanto amato da P. Angela...) ruotandogli attorno, ma, chiediamoci, dopo questi ?? La teoria scientifica ci dice con maestosa maestade, che le eventuali altre più piccole particella saranno formate dal...nulla, contraddicendo così la loro stessa affermazione che il nulla non esiste (vedi materia oscura).

Il fatto è (almeno io la penso così) che ogni scoperta scientifica non potrà mai eliminare il margine di mistero che circonderà sempre le esistenti, incredibili e sempre innovative composizioni evolutive che sono e che saranno, fuori e dentro dell'uomo. Più andiamo a conoscere di più e meno sappiamo di conoscere... ogni conoscenza scientifica porta invariabilmente a degli incroci, dove la strada percorsa e ormai "conosciuta" si diparte verso innumerevoli altre.

Spesso in riunioni e dibattiti, televisivi e non, ove si contrappongono scienziati e parapsicologi si tende, da parte dei primi, a squalificare ogni contributo della ricerca parapsicologica o paranormale e, da parte dei secondi, a tacciare di dogmatismo ogni intervento della scienza ufficiale. Forse un pò di umiltà e di modestia il dialogo tra scienza e mondo del mistero sarebbe profiquamente possibile e utile.
Un saluto

Postscrittopoi: Dottor Krueger, se ci sei batti un colpo ...
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3 Anni 10 Mesi fa #58685 da Anathema
Caro Valle, apri veramente un capitolo molto profondo.
Tra l'altro lo poni, facendomi riflettere su una questione che mi intriga da sempre, da un diverso punto di vista.

Studiando la biologia, la genetica e più avanti la fisiologia, mi sono sempre chiesto: com'è possibile?
Credo che questo riguardi ogni parte della scienza, io mi occupo di quella quindi posso parlare con maggiore cognizione di causa di questo argomento.

Chi non ha studiato questi argomenti magari non si rende conto di quanto sia complessa la struttura di una cellula e poi l'interazione tra le varie cellule.
C'è un argomento che mi ha sempre interessato: quando si parla della complessità del corpo umano in genere tutti si mettono a discutere del cervello, delle sinapsi ecc.
Io vi invito a studiare come sono fatti i glomeruli renali: la complessità e l'eleganza raggiunti da queste piccole unità del nostro corpo mi ha sempre lasciato meravigliato... E non c'è niente da fare, non posso che chiedermi: come è possibile?

Secondo me rispondere a questa domanda, risponderebbe anche alla tua.
Nel senso che una tale complessità, sviluppata in miliardi di anni, a partire dai batteri, virus o chissà quale forma di vita primordiale (anche se i virus, credo che tecnicamente non siano classificati come una forma di vita) va a braccetto con la domanda che tu poni: perchè non estinguersi? Ed io continuo: perchè evolversi a questi livelli di complessità.

Effettivamente resta un mistero, quantomeno per me.
  • Guglielmo da Baskerville
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3 Anni 10 Mesi fa #58691 da Guglielmo da Baskerville
Risposta da Guglielmo da Baskerville al topic Re:Perché esistere dovrebbe essere meglio di non esistere?
In effetti è vero, il virus non è solitamente catalogato come organismo vivente. Ma credo che questo dipenda più che altro dai criteri che vengono utilizzati per descrivere l'organismo vivente. Tuttavia il fatto che il virus abbia un metodo "diabolico" per replicare se stesso, cioè invadere delle cellule e iniettare il suo RNA per fare delle copie di se stesso, presume una finalità di sopravvivenza, e successiva diffusione in altri organismi. Quindi non è vivo secondo i criteri classici, ma un po' come un virus informatico, non è vivo, ma si moltiplica e si diffonde...

Tornando al quesito iniziale, però, i puristi dell'evoluzione vogliono farci intendere che la finalità nell'evoluzione non esiste ma è una nostra visione delle cose. Cioè l'evoluzione non intende trasformare una giraffa dal collo corto in giraffa dal collo lungo. Sono le mutazioni e le selezioni che agiscono in modo da facilitare il più adatto.
Il discorso è comprensibile fino ad un certo punto. Tornando nel microscopico, per esempio, mi domando perché le semplici molecole presenti nell'ambiente primordiale hanno avuto la tendenza (soltanto per proprietà chimiche?) ad organizzarsi secondo strutture più complesse che poi hanno portato alla formazione di aminoacidi, proteine, e così via? Deve essere in gioco una tendenza, un impulso di base, in questo universo, che spinge in tale direzione.

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