Nel 1897, Carl Gustav Jung, appena ventiduenne, tenne una conferenza nella quale sostenne l'idea dell'esistenza di una “forza vitale”, l'anima, che supera di molto la nostra coscienza, portando una vasta documentazione di fenomeni di materializzazione, telecinesi, sdoppiamento, telepatia, chiaroveggenza, i sogni profetici. Condusse degli esperimenti utilizzando come medium la propria cugina di 15 anni, e nella tesi di specializzazione sostenne per la prima volta che nello stato di trance emergono una o più personalità inconsce che sono presenti nel medium (proiezione esterna di complessi autonomi dell'inconscio). Nel 1948, arriva a concludere che
« «Dopo aver raccolto, nel corso di mezzo secolo, esperienze psicologiche di molti uomini e in molti paesi, non mi sento più così sicuro […] che una metodologia e una riflessione esclusivamente psicologiche possano venire a capo dei fenomeni in questione. Non soltanto le constatazioni della parapsicologia, ma anche le mie stesse riflessioni teoriche mi hanno condotto a certi postulati che toccano la sfera delle rappresentazioni della fisica atomica, ossia del continuum spazio-tempo. Con ciò si solleva il problema della realtà transpsichica, che è il fondamento diretto della psiche» »
(JUNG C.G. (1920/1948), I fondamenti psicologici della credenza negli spiriti, in: Opere, vol. 8, Bollati Boringhieri, Torino 1976.
“Non è più possibile, a quanto sembra, -
scrive Freud nella sua “Premessa”- rifiutare
lo studio dei cosiddetti fenomeni occulti, di
quei fatti, cioè, che parrebbero avallare la
reale esistenza di forze psichiche diverse
dalla mente umana e animale che
conosciamo, o che parrebbero svelare
capacità di questa mente che finora non
sono state riconosciute” .
Freud pubblicò il suo ultimo lavoro
sull'”occultismo” nel 1932. Si tratta del
contributo più completo e maturo, nel quale
egli riassume le sue opinioni derivate da
riflessioni che duravano, ormai, dal 1899.
Si tratta della trentesima lezione della
Introduzione alla psicoanalisi, dedicata al
rapporto tra sogno e occultismo. Possiamo
ritenere che lo scritto in questione
rappresenti l'elaborazione definitiva, per
quanto ci è dato di sapere, delle idee di
Freud sull'argomento. E sono idee stavolta
espresse senza ricorrere eccessivamente
alla diplomazia che aveva caratterizzato
tutti i suoi lavori precedenti sullo stesso
tema. Freud, anzi, non si astiene dal dare
una lezione di corretto spirito scientifico,
non risparmiando eleganti critiche al
dogmatismo talora presente nella scienza,
“Forse dite dentro di voi: «Ecco un altro
uomo che nella sua vita ha lavorato
onestamente a indagare scientificamente la
natura e che, invecchiando, è diventato
debole di mente, devoto, credulone».
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